lunedì 18 giugno 2012

Domiciliari...

Mi sento in carcere. Controllato a vista: in tutto quello che faccio ho degli occhi puntati addosso. Quando mangio, scrivo, ascolto musica, chatto, leggo, vado in bagno, parlo al telefono, sento la sua presenza costante. E ingombrante.
Mio padre. Per quanto possa volergli bene, mi stressa...mi tiene sotto stretto controllo da mattina a sera. Quando sono al pc, in una maniera o nell'altra, trova il modo di passare dalla stanza in cui sono io. Se non sono in cucina, ma in un'altra stanza mi segue, mi cerca, s'impiccia...io cerco di star tranquillo, ma non è per niente facile...per nulla. Suona il mio cellulare e me lo trovo davanti ad ascoltare con chi parlo e a chiedermi chi è. Ma porca miseria, è il mio cellulare...saranno anche cazzi miei chi mi ha chiamato? Se era qualcuno che voleva chiamare a casa, avrebbe chiamato sul fisso!!!
Non sono libero di poter ascoltare musica e ballare, cantare con la porta CHIUSA a farmi i cavoli miei, non sono libero di fare una videochiamata ad Andrea che mi trovo lui dietro a fare anda e rianda...
Sono agli arresti domiciliari, non ho la libertà che vorrei. E non so quanto potrò ancora reggere questa situazione senza sbottare...e il bello è che ci sono da circa 26 anni....

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